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Scarfiotti, dalla Fiat a Rossfeld

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Un bel libro di Paola Rivolta dedicato al campione scomparso 50 anni fa

Lodovico Scarfiotti viene spesso citato nelle cronache della Formula 1 come l’ultimo pilota italiano capace di vincere il Gran Premio d’Italia. Era il 4 Settembre 1966 a Monza e il pilota marchigiano di origini torinesi al volante della Ferrari 312 con il nuovo motore 3 valvole per cilindro, ben spalleggiato dall’inseparabile compagno di squadra Mike Parkes, regalava a Ferrari la seconda vittoria di una stagione contraddittoria – capitava anche a quei tempi! – con il povero Bandini perseguitato dalla sfortuna più nera.

Alla vicenda umana e sportiva di “Lulu” nel cinquantenario di quell’anno terribile è dedicato un bel libro di Paola Rivolta – “Scarfiotti dalla Fiat a Rossfeld” (editore Liberilibri) che abbraccia la vicenda familiare a partire dal nonno, passando per il padre Luigi, industriale, politico e pure pilota di ottimo livello, per arrivare all’ultimo vincitore italiano del Gran Premio d’Italia.

Nei primi Anni Sessanta, un periodo felice per i nostri colori, Giancarlo Baghetti e Nino Vaccarella, Ludovico Scarfiotti e Lorenzo Bandini, tanto diversi sul piano personale erano i “quattro moschettieri” dell’automobilismo italiano. Scarfiotti e Bandini che avevano vinto la 24 Ore di Le Mans 1963, primo equipaggio interamente italiano a riuscire nell’impresa, erano destinati a una carriera in parallelo anche se su binari diversi. Lorenzo impegnato a tempo pieno in F1, dove nel 1964 vinse il suo unico Grand Prix nell’allora aeroporto di Zeltweg, Lodovico protagonista nelle gare di durata – vinse a Sebring, Nurburgring, Monza – e nelle corse in salita con due titoli europei. Ambiva alla Formula 1, dove all’esordio nel Gran Premio d’Olanda fu sesto con la Ferrari 156, ma nel successivo Gran Premio di Francia a Reims ebbe un brutto incidente in prova che lo costrinse a un’assenza prolungata dalle corse. E qui sorse un ostacolo. Il cugino Gianni Agnelli (il nonno di “Lulu” era stato tra i fondatori della Fiat e il suo primo presidente) non voleva che il parente si cimentasse ancora con le più rischiose monoposto.

Nel 1966 complice l’addio di Surtees a stagione iniziata Scarfiotti ritrovò però il volante più amato in Germania con la Ferrari 246 e a Monza con la 312 di Maranello.  La stagione seguente, segnata dalla tragedia di Bandini, e dal grave incidente di Parkes, per Scarfiotti arrivò di nuovo un disco rosso.

Esasperato ruppe con Ferrari e a Monza si presentò al via con una Eagle. Per il 1968, firmato un contratto con la Porsche per le gare sport e la salita, ottenne finalmente un posto fisso alla Cooper-Maserati. Si piazzò quarto in Spagna al Jarama e a Montecarlo, ma due settimane dopo, il 26 Maggio 1968, perse la vita  nelle prove della salita di Rossfeld in Germania…

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