Fiat Group a Milano AutoClassica - image  on https://motori.net
You are here

Fiat Group a Milano AutoClassica

Fiat Group a Milano AutoClassica - image 005684-000045468 on https://motori.net

All’evento hanno partecipato i marchi Alfa Romeo, Fiat, Abarth, Jeep e
Lancia, che hanno scritto alcune delle pagine più belle
dell’automobilismo mondiale: un patrimonio fatto di vetture, uomini,
vittorie sportive, design e innovazioni tecniche. 

Alfa Romeo

Per accogliere un pubblico di appassionati ed esperti, Alfa Romeo è
presente con un’area espositiva di forte impatto visivo capace di
esaltare la più autentica passione per l’automobilismo, di ieri e di
oggi. In particolare, i visitatori possono ammirare da vicino due
vetture appartenenti al Museo Storico Alfa Romeo – 1300
Sprint (1964, ultima serie della Giulietta Sprint) e 33 TT 12 (1975) –
che formano la cornice ideale per l’attuale Giulietta Sprint,
all’insegna di quel fil rouge che lega da oltre un secolo le automobili del Biscione.

1300 Sprint (1964)

L’esemplare esposto appartiene all’ultima serie della Giulietta
Sprint, lanciata nel 1954 al salone dell’automobile di Torino. La
“Sprint” segna l’ingresso della Casa del Biscione nel segmento delle
coupé compatte ad alte prestazioni. In realtà è proprio la Giulietta
Sprint a “inventare” questo segmento di mercato, soprattutto la
cilindrata “milletrè”. La Giulietta diventa subito un successo senza
precedenti: stabilisce nuovi standard tecnico-prestazionali che la
pongono a una rilevante distanza dai concorrenti.

Il motore è un quattro cilindri bialbero (soluzione mutuata dalle
corse) di 1,3 litri completamente realizzato in alluminio (fatto
inusuale per un propulsore di elevati numeri di produzione) che spinge
la vettura a circa 170 km/h, velocità elevatissima per l’epoca.

Lo stile è firmato da Bertone, ma realizzato da Franco Scaglione, che
in seguito realizza la Giulietta Sprint Speciale e, nella seconda metà
degli anni Sessanta, la prestigiosa 33 Stradale. Il design della
Giulietta Sprint diventa un’icona dello stile italiano: snella, filante,
senza un particolare fuori posto, inequivocabilmente un’Alfa Romeo.

La Giulietta Sprint è la “fidanzata d’Italia”, una delle prime
vetture con nome femminile, conquista i consensi del pubblico,
soprattutto quelli della borghesia medio-alta, che individua nelle
Sprint il simbolo del cosiddetto “boom economico” italiano.

La Sprint, nella versione “Veloce” (80 cv, 180 km/h) si aggiudica
anche la classe alla Mille Miglia del 1956, classificandosi 11a
assoluta, davanti a vetture “grandi il doppio”, oltre ad innumerevoli
vittorie su piste e strade di tutto il mondo.

33 TT 12 (1975)

In esposizione anche un esemplare della 33 TT 12 del 1975, un’annata
“magica” per l’Autodelta: in quella stagione la biposto di Settimo
Milanese si aggiudica il Campionato del Mondo Marche, bissando il
successo due anni più tardi (Campionato Prototipi) con la 33 SC 12. Il
Mondiale si tinge di rosso con una vettura dotata di telaio tubolare ed
equipaggiata con un 12 cilindri ‘boxer’ di tre litri da più di 500 cv
(da qui la denominazione TT 12) che le permette di vincere sette gare su
otto, anche la leggendaria Targa Florio, con l’equipaggio
Merzario-Vaccarella. Praticamente la 33 domina la stagione: potente e
affidabile, con una veste aerodinamica particolare e inconfondibile,
imponente e aggressiva, caratterizzata dal periscopio dietro al pilota,
le sue vittorie alimentano la già lunga lista dei successi sportivi del
Biscione. La 33 TT 12 esordisce vincendo la 1000 km di Monza nel 1974,
ma l’anno “buono” è il ’75.

Tutti i migliori piloti dell’epoca stringono il “volantino” della 33
TT 12: Arturo Merzario – il suo interprete più efficace – Vittorio
Brambilla, Henri Pescarolo, Derek Bell, Jacques Laffite, Jochen Mass,
Mario Andretti, Jackie Ickx, Jody Scheckter, Rolf Stommelen e “Ninni”
Vaccarella. Il motore a 12 cilindri boxer della 33 viene anche
utilizzato, viste le sue eccellenti prestazioni, sulla “Brabham”,
monoposto inglese di F.1 dell’omonimo team. La successiva SC 12 del 1977
porterà al debutto lo stesso boxer (portato a 2,1 litri) sovralimentato
con turbocompressore.

Giulietta Sprint (2014)

La nuova Giulietta Sprint rende omaggio all’icona
del 1954, capostipite di un’intera classe di automobili e uno dei
prodotti emblematici del Made in Italy. Presentata in anteprima mondiale
al Salone di Parigi 2014, la nuova Giulietta Sprint si contraddistingue
per il badge esterno dedicato e alcuni elementi sportivi quali il
paraurti posteriore sportivo, i terminali di scarico maggiorati e i
cerchi in lega Sprint 17” a 5 fori (a richiesta quelli da 18″).
Completano lo stile esterno i cristalli posteriori oscurati e le
finiture lucide, in tinta antracite, su calandra, maniglie, calotte
degli specchi retrovisori e cornici dei fendinebbia.

Cura del dettaglio e alta qualità dei materiali scelti come
espressione più evoluta dello stile Made in Italy. In particolare,
all’interno spicca l’ambiente sportivo nero reso ancora più suggestivo
dai sedili Sprint rivestiti in tessuto e Alcantara impreziosito da
cuciture rosse e logo sui poggiatesta. Sempre di serie il volante con
rivestimento in pelle e cuciture rosse mentre la plancia  e i pannelli
porta sono caratterizzati da una raffinata finitura in tinta carbonio.
Completano gli interni della nuova versione l’imperiale nero e i
tappetini specifici.

Tra le maggiori novità della versione Sprint si segnala
l’introduzione del nuovo motore 1.4 MultiAir TurboBenzina da 150 CV che
consente alla vettura di raggiungere i 210 km/h di velocità massima e di
accelerare in 8,2 secondi da 0 a 100 Km/h. Prestazioni di assoluto
interesse a fronte di consumi ed emissioni contenuti: nel ciclo
combinato sono rispettivamente 5,7 l/100km e 131 g/km di CO2.

Fiat

Nuova 500 (1957)

La Fiat Nuova 500 riuscì a unire tecnica e sentimento, e lasciò un
segno indelebile sino a diventare un’icona che ha attraversato i
decenni: prodotta dal 1957 al 1975 in quasi 3,9 milioni di unità, è
rimasta l’emblema della motorizzazione di massa. Fu l’azzeccata sintesi
di una geniale intuizione di Dante Giacosa e dell’ambiziosa strategia di
sviluppo e di rinnovamento della gamma messa in atto da Fiat già
durante il secondo conflitto mondiale, e rispose con tempismo perfetto a
un nuovo bisogno di mobilità individuale. Il tasso di motorizzazione
passò da sei veicoli ogni mille abitanti del 1950 ai 330 veicoli del
1980. E la Nuova 500 riuscì a soddisfare un target eterogeneo.

L’esemplare esposto a “Milano AutoClassica” è equipaggiato con bicilindrico di 479 cm3
da 15 CV che le consente di raggiungere una velocità massima di 90
km/h. La vettura, prodotta nell’agosto 1958, appartiene alla prima serie
del modello e beneficia degli aggiornamenti presentati dalla Casa al
Salone di Torino del novembre 1957, che ne migliorarono l’allestimento:
fari anteriori con cornici in alluminio, alette parasole, profili in
alluminio sul cofano anteriore e modanature sulle fiancate, coppe
coprimozzo in alluminio lucidato, finestrini anteriori discendenti,
deflettori con il fermo d’apertura, divanetto posteriore imbottito,
comandi delle frecce e delle luci a levetta sul piantone dello sterzo,
rivestimento in gomma dei pedali freno e frizione.

La lunghezza, paraurti compresi, è inferiore a tre metri e la
larghezza supera di poco i 130 centimetri. Queste proporzioni, unite al
peso ridotto, assicurano alla 500 un’eccezionale manovrabilità.

La carrozzeria doveva essere leggera ma robusta, semplice e gradevole
ed economicamente sostenibile dal punto di vista industriale. Dante
Giacosa riuscì, con 500, a coniugare molteplici esigenze in una linea
tondeggiante e proporzionata, che ricorda un ovetto e suscita subito
simpatia, così come i fanali tondi e il marchio Fiat contornato da due
baffetti cromati. Grazie a questo progetto, Dante Giacosa ottenne nel
1959 il “Compasso d’Oro”, il più antico e autorevole premio europeo di
design.

500 Vintage ’57 (2015)

La nuova versione di 500 rende omaggio all’icona Made in Italy del
1957 attraverso la rilettura contemporanea di alcuni stilemi che l’hanno
resa famosa negli anni Sessanta e Settanta. L’azzurro pastello colora
la carrozzeria, sposandosi perfettamente con il bianco del tetto, dello
spoiler, dell’antenna e delle calotte degli specchi. I cerchi in lega
bianchi cromati da 16″ di stile rétro richiamano inequivocabilmente quelli montati sulla 500 storica.

Disponibile esclusivamente nella versione berlina, la nuova serie speciale Vintage ’57 si caratterizza per un look rétro
ispirato a quello della vettura storica. Tra le sue peculiarità
spiccano la livrea azzurro pastello, ora abbinata al bianco di tetto e
spoiler,  la selleria in pelle Frau tabacco o, in alternativa, in cuoio,
i cerchi in lega da 16″ bianchi cromati. Il tutto reso ancora più
suggestivo dall’impiego dei loghi Fiat storici posti all’esterno e sul
volante.

Commercializzata in tutta Europa, la nuova 500 Vintage ’57 presenta
alcune differenze nelle motorizzazioni e dotazioni, di serie e a
richiesta, in modo da soddisfare le esigenze dei singoli Paesi.
Nell’area EMEA il cliente può scegliere tra i propulsori benzina 1.2 da
69 CV, 0.9 Twin Air da 65 CV, 0.9 Twin Air da 85 CV e 0.9 Twin Air 105
CV, oltre al diesel 1.3 Multijet da 95 CV.

Abarth

Lo stand dello Scorpione propone due esemplari a conferma della
continua ricerca del “meccanicamente perfetto” tipico di tutte le
vetture di Abarth: è questa l’essenza di un brand capace di rinnovarsi
continuamente, accettando e vincendo sfide spesso ritenute impossibili.
Sulla passerella milanese sfilano un esemplare storico della 595 SS,
presentata al grande pubblico nel 1964, e una nuovissima Abarth 595 “Competizione” equipaggiata con l’inedito 1.4 T-Jet potenziato a 180 CV.

595 SS (1970)

La 595 fu presentata  nel 1963 e restò in produzione sino alla fine
del 1971. Le vetture, realizzate in due serie (la prima fino al 1965,
con la carrozzeria della 500 D, e la seconda su base 500 F) venivano
assemblate presso le officine Abarth, dove si provvedeva a integrare le
automobili provenienti dalla Fiat con l’apposita strumentazione Jaeger
(provvista di tachimetro, contachilometri, contagiri, indicatore livello
benzina e indicatore temperatura olio), volante a 3 razze, carburatore
doppio corpo Solex C 28 PBJ montato su apposito alloggiamento in
alluminio, coppa olio in alluminio e sistema di aspirazione e scarico
dei gas specifici.  Il motore, con due cilindri in linea e una
cilindrata di 594 cc, sviluppa 27 cv per una velocità massima di circa
120 km/h.

La vettura in esposizione è una 595 SS, versione ulteriormente
elaborata e presentata nel 1964, che beneficia di un incremento di 5 cv
rispetto al modello standard e può quindi toccare i 130 chilometri
orari. È stata immatricolata nel dicembre 1970 ed è quindi equipaggiata
con la carrozzeria della 500 F.

595 Competizione (2015)

Presentata al recente salone di Ginevra, la Abarth 595
“Competizione” propone il nuovo 1.4 T-Jet 180 CV Euro 6,  disponibile
in abbinamento al cambio manuale a cinque marce e al cambio Abarth
sequenziale robotizzato. Il motore 1.4 T-Jet della Competizione 180 CV è
il risultato dell’esperienza acquisita dai tecnici dello Scorpione sui
diversi campi di gara, dalla monoposto Formula 4 al Trofeo monomarca. In
particolare per offrire ad un cliente esigente il meglio in termini di
prestazioni e fruibilità, il motore viene proposto con una nuova turbina
Garrett per ridurre al massimo il turbo-lag, con un nuovo rapporto di
compressione che garantisce la massima efficienza. Grazie anche allo
scarico ad alte prestazioni con valvola Record Monza, il motore
raggiunge la potenza specifica di 132 cv/litro. L’Abarth 595
“Competizione” 180 CV è la vettura per chi ama l’adrenalina del mondo
racing, sia per le performance che per i contenuti tecnici: grazie ai
sedili anatomici a guscio “Abarth Corsa by Sabelt” sarà un piacere
accelerare da 0-100 in 6,7″ e poi frenare in tutta sicurezza, grazie
all’impianto frenante maggiorato Brembo con pinze fisse in alluminio a 4
pistoncini.

Jeep

Sullo stand Jeep il pubblico può ammirare un esemplare di
Willys-Overland – l’antesignano del primo esemplare 4×4 Jeep a uso
civile denominato CJ-2A –  accanto alle nuove Jeep Renegade e Jeep
Wrangler “X Edition”, a testimonianza della continuità che lega le
vetture del passato e quelle di attuale produzione del Marchio.

Willys MB (1944)

Era il 15 luglio del 1941 quando, per rispondere alle esigenze
militari dell’esercito degli Stati Uniti, fu iniziata la produzione del
modello  Willys MB (formalmente Willys Jeep MB Truck, 1/4 ton, 4×4), un
piccolo autoveicolo a trazione integrale dotato di meccanica adatta
all’uso in terreni difficili da usarsi come mezzo da ricognizione e
collegamento. Il mezzo, che fu costruito sino al 1945, fu denominato
“General Purpose”, il cui acronimo JP si pronuncia appunto “jeep”.

Al termine del secondo conflitto mondiale, dal mezzo militare a
quattro ruote motrici fu derivato nel 1945 il veicolo civile CJ-2A
(Civilian Jeep), che è generalmente considerato il primo fuoristrada
dell’industria automobilistica. Da allora Jeep continua a essere
sinonimo di libertà intesa come stato mentale e determinazione nel
seguire i propri istinti con la sicurezza di poter intraprendere
qualsiasi sfida grazie a capacità fuoristradistiche di assoluto
riferimento. Non a caso nel 1946, con Jeep Station Wagon, il marchio ha
trasferito il sistema di trazione a quattro ruote motrici su una station
wagon introducendo il concetto di Sport Utility Vehicle. Nel 1963, con
la Jeep Wagoneer, Jeep inventa il segmento dei premium Large SUV. E lo
scorso anno con la nuova Renegade il marchio Jeep è entrato per la prima
volta nel segmento degli small SUV.

Jeep Renegade (2014)

Accanto alla Willys MB sullo stand è presente la nuova Jeep Renegade,
il modello prodotto a Melfi e commercializzato in oltre 100 nazioni nel
mondo, inclusi gli Stati Uniti. Tra le “top five” delle vetture più
vendute nel 2015 del suo segmento in Italia, giudicata “Novità dell’Anno
2015” dai lettori della rivista italiana Quattroruote e riconosciuta
tra le più sicure della sua categoria, come certificato dalle
prestigiose 5 stelle Euro NCAP, la nuova Jeep Renegade è caratterizzata
da una grande personalità stilistica e presenta proporzioni adatte sia
all’utilizzo in città sia su tracciati off-road. Vanta capacità
fuoristradistiche di riferimento nella categoria, un’eccellente dinamica
di guida su strada, un esclusivo cambio automatico a nove marce, due
sistemi di trazione, propulsori dai consumi efficienti e una vasta gamma
di dispositivi di sicurezza.

Jeep Wrangler “X Edition” (2015)

Realizzata sulla base della versione Sahara di Jeep Wrangler, la
nuova serie speciale “X Edition” presenta una caratterizzazione esterna
unica con la griglia a sette feritoie in tinta con la carrozzeria e
inserti di colore nero lucido, il cofano motore rialzato con doppie
prese d’aria ed esclusiva decalcomania, i cerchi in lega da 18″ Gloss
Black e tappo del serbatoio nero “by Mopar”. Inoltre, per assicurare la
libertà della guida open-air di una cabrio 4×4, la nuova Jeep Wrangler
“X Edition” propone di serie l’esclusivo Freedom Top®, l’hard top rimovibile a tre pannelli in tinta con la carrozzeria.

Da sempre sinonimo di off-road, l’icona del marchio Jeep vanta una
naturale predisposizione alla “customizzazione” come dimostrano le
versioni speciali, prodotte in edizione limitata e numerata, che si sono
succedute negli ultimi quattro anni. Ciascuna di essa, fin dal nome,
celebra un anniversario importante nella storia Jeep o un luogo impervio
dove il  modello Wrangler offre il meglio di sé assicurando, anche
nelle situazioni più impegnative, un’esperienza di guida senza eguali.

Ora tocca alla Jeep Wrangler “X Edition” raccogliere il testimone a
conferma di quanto le serie speciali siano parte integrante dell’iconica
vettura poiché, attraverso caratterizzazioni stilistiche e dotazioni
specifiche, consentono di “moltiplicare” la personalità del modello,
entrando così in contatto con nuovi target di clienti. Interpretazioni
forti e distintive, capaci di elevare al massimo grado i valori di
avventura, autenticità, libertà e passione che da sempre sono espressi
dai prodotti Jeep e, in particolare, del modello Wrangler.

Lancia

“Milano AutoClassica” è anche l’occasione ideale per ammirare due
vetture Lancia -nuova serie speciale Ypsilon “30th Anniversary” e la
vettura storica cui questo modello è ispirato, la Ardea (1940)- a
dimostrazione dell’esclusività del marchio declinata anche nella
categoria di automobili di dimensioni contenute. 

Ardea (1940)

L’Ardea fu presentata nell’autunno del 1939, in un contesto
estremamente difficile per il Paese, a pochi mesi dall’inizio della
Seconda Guerra Mondiale, e per la Lancia, orfana da due anni del suo
fondatore Vincenzo. Le redini dell’azienda erano in mano alla vedova
Adele, che decise di produrre una vettura utilitaria che riproducesse in
scala ridotta 9/10 le linee dell’Aprilia, già accolta con favore da
pubblico e critica nel 1937.

La vettura fu presente sul mercato in quattro serie, dall’inizio del
1940 fino al 1953. Il nome dell’automobile riprendeva quello
dell’omonima antica città laziale, a pochi chilometri da Aprilia e da
Roma. L’Ardea monta un quattro cilindri a V stretto con valvole e albero
di distribuzione in testa di soli 903cc di cilindrata – il più piccolo
mai costruito dalla Lancia – che sviluppa una potenza di circa 30 cv per
una velocità massima di circa 100 km/h.

Nonostante le dimensioni da “utilitaria”, la vettura presenta tutte
le caratteristiche di eleganza e raffinatezza comuni alle Lancia più
importanti: interni in morbido panno grigio o nocciola, e disponibili a
richiesta in pelle; una strumentazione completa che include tachimetro
con contachilometri totale e parziale, indicatori del livello di
carburante e della pressione dell’olio e l’orologio a carica manuale con
durata di otto giorni; accessori lussuosi e al contempo discreti – in
pieno stile Lancia – come il posacenere nascosto nel pomolo per
l’apertura del cassetto e la tendina in raso avvolgibile che “oscura”
parzialmente il lunotto per bloccare la penetrazione dei raggi del sole
all’interno dell’abitacolo.

L’esemplare esposto sullo stand è una rara prima serie, esteticamente
riconoscibile per la “cresta”, un rilievo della carrozzeria con
funzione di rinforzo che percorre tutto il padiglione fino alla targa
dividendo in due metà il lunotto, e per il bagagliaio che, accessibile
dall’interno, esternamente è ridotto ad uno sportellino.

Ypsilon “30th Anniversary”

In occasione del trentesimo compleanno del modello, Lancia presenta
la serie speciale Ypsilon “30th Anniversary” con cui celebra una delle
storie più longeve del panorama automobilistico: quattro generazioni e
2,7 milioni di unità vendute in tutta Europa.

La nuova serie speciale Ypsilon “30th Anniversary” racchiude tutte le
caratteristiche vincenti del modello che in questi anni ha dimostrato
di essere più di un’auto: piuttosto, un’autentica icona di stile, un
vero e proprio oggetto di design, un veicolo sempre all’avanguardia.

Contraddistinta da un badge celebrativo sul montante e da una
raffinata e inedita livrea Blu Oltremare che rinvia alla tradizione
Lancia, la nuova versione propone cerchi in lega da 15” in tinta nera
con effetto diamantato e, a richiesta, può essere dotata di portellone
posteriore nero, proprio come il primo modello lanciato nel 1985.

La ricca dotazione di serie e l’elegante rivestimento in tessuto e castiglio®
di colore nero o beige rendono Ypsilon ancora più accattivante e
sottolineano l’esclusività di una vettura che saprà certamente
conquistare gli estimatori della qualità e dell’innovazione firmate
Lancia. 

Guarda tutte le foto

Related posts

Leave a Comment

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.