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Giulia 1600 TI: l’ha disegnata il vento

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Sessant’anni fa a Monza il suo debutto in società.

Squadrata tondeggiante: così fu presentata da una rivista specializzata la nuova Alfa Romeo Giulia 1600 TI, mostrata per la prima volta alla stampa nel 1962 all’autodromo di Monza. Rispetto alla Giulietta che andava a sostituire, aveva una linea decisamente “di rottura” con parti arrotondate mescolate ad alcuni spigoli (particolarmente criticata all’inizio fu la coda tronca, frutto di accurate ricerche aerodinamiche). I vertici Alfa comunque credevano molto in questa vettura, al punto che la pubblicità presentava il nuovo modello con questa frase: “L’ha disegnata il vento”. E il Cx (coefficiente aerodinamico) era davvero decisamente basso per l’epoca: 0,34.

Il motore di 1.570 cc sviluppava 92 CV e le consentiva di toccare i 175 km/h. L’utenza inizialmente criticò alcune impostazioni degli interni, poco in linea con il carattere sportivo della vettura, come il sedile anteriore a panchina (che consentiva l’omologazione per 6 persone) e il cambio al volante, con l’innesto della quinta marcia ben poco agevole. Ben presto si corse ai ripari e fu giocoforza proporre di serie il cambio a cloche (inizialmente era optional) e i due sedili anteriori, per cui l’omologazione scendeva a 5 posti.

Sul piano delle prestazioni invece tanto di cappello, anche se chi aveva il piede particolarmente pesante pagava questa scelta in modo evidente in termini di consumo di carburante. Sia come sia, la Giulia 1600 TI prima serie rimase in produzione fino al 1967, con la gamma che nel frattempo si era andata diversificando verso il basso (con la più economica 1300) e verso l’alto (con le Super e TI Super, quest’ultima alleggerita anche in previsione di un suo utilizzo da parte della clientela con velleità agonistiche).

Ben più lunga la carriera della Giulia nelle sue evoluzioni: sarebbe arrivata fino al 1977, includendo negli ultimi due anni di vita anche una versione Diesel (la prima Alfa con motore a gasolio). Il nome Giulia sarebbe poi ricomparso, con altre forme, nel 2016. La storia infinita di questo modello continua…

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