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A colloquio con Claudio Berro

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Gli inizi del trofeo promozionale del Leone con protagoniste le Peugeot 205 e 106

Claudio Berro è stato per molti anni al timone dell’attività sportiva di Peugeot Italia e, prima di essere chiamato a Maranello da Jean Todt, è stato un grande fautore dei campionati promozionali della Casa del Leone. Peugeot Competition si chiama ora, ma all’inizio era semplicemente Peugeot Rally. Una formula di grande successo che ha recentemente spento le 40 candeline e ha permesso di “allevare” nuove generazioni di piloti che hanno saputo distinguersi nel panorama sportivo italiano a bordo delle leonesse. «Quello del trofeo promozionale Peugeot è stato un modo molto intelligente per avvicinare la gente al mondo dello sport automobilistico, sia nei rally sia in pista» ricorda oggi il manager ligure. «Utilizzando una macchina quasi di serie, la 205 prima e la 106 Rallye, poi studiata ad hoc per questo scopo, grazie a costi molto bassi ed a una meccanica molto robusta, ma con prestazioni importanti. Questa, sostanzialmente, la ricetta vincente di questo programma in essere ancora oggi».

La Peugeot 205 Rallye nacque nel 1988 come versione altrettanto sportiva delle GTI, ma più abbordabile e soprattutto pensata per l’impiego nelle competizioni. Dotata di un motore di 1,3 litri di cilindrata con alimentazione a carburatori, erogava ben 103 CV che, uniti al peso ridotto all’osso anche dall’allestimento spartano (mancavano anche le bocchette di ventilazione centrali nell’abitacolo), le permetteva di rivaleggiare con vetture di ben altro segmento. Divenne subito uno dei punti di riferimento nel mercato e fu impiegata ufficialmente come base per le competizioni in Gruppo N e Gruppo A. Ebbe grandissimo successo tra i giovani che la utilizzarono come valida alternativa alle GTI, più potenti sì, ma anche più costose.

La successiva Peugeot 106 Rallye del 1993 fu l’erede di questo concetto espresso dalla 205: un’auto piccola, agile e leggera con un allestimento assai spartano e pensato per le corse, con sotto il cofano un motore semplice di cubatura contenuta, ma in grado di erogare una buona dose di cavalli (98) a regimi molto allegri. Un vero spasso in strada, vincente anch’essa sui terreni di gara.

«In Italia si è arrivati ad avere complessivamente quasi 600 iscritti nel 1989 e la sede centrale in Francia di Peugeot Sport non lo credeva possibile, ma era così!» Altri tempi sicuramente, ma oggi, pur in un momento di difficile congiuntura economica con risvolti negativi sul mondo delle competizioni, gli iscritti alla quarantesima edizione del trofeo del Leone hanno superato quota 100 e rappresentano un successo davvero notevole, a conferma del fatto che la formula ideata da Peugeot in Italia è sicuramente molto attrattiva per chi vuole mettersi alla prova al volante di una vettura del Leone. «Poi, oltre al supporto interno, c’era anche quello degli sponsor che consentiva di aumentare i premi importanti distribuiti ai vincitori. Lo stesso Andrea Aghini vinceva di continuo e con l’assegno ricevuto poteva acquistare pneumatici e benzina per la gara successiva, riducendo drasticamente i costi della stagione. I premi erano studiati per consentire ai più talentuosi di andare avanti, come fatto tutt’oggi dalla filiale italiana del Leone con il Peugeot Competition attuale. Tra l’altro, oltre allo sconto sull’acquisto della vettura, con il supporto di sponsor tecnici all’epoca c’era a disposizione un kit comprendente tuta, protezioni, roll-bar, mentre oggi le vetture pronto gara possono esser acquistate direttamente da Peugeot Sport». Insomma, un modo concreto per venire incontro ai trofeisti che ancor oggi sono valorizzati da questa formula vincente ideata quarant’anni fa.

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